Sono loro il patrimonio di una società sportiva, gli istruttori che allevano i talenti, li svezzano prima di arrivare in prima squadra. Le loro idee, la passione, la forza di mettersi in discussione, tutte queste caratteristiche formano un buon istruttore. Nel vivaio rossoblù lavora ormai da anni Massimo Ceroni, lui non è un istruttore qualunque, è il responsabile delle 9 squadre Pulcini: “E’ un ruolo che ricopro da 4 anni e cerco di svolgere al meglio mettendoci tanto impegno e passione. Il mio incarico è quello di coordinare i gruppi squadra, che sono nove e comprendono circa 120 bambini e i rispettivi Istruttori, per i quali fungo da terminale per qualsiasi tipo di problema possa emergere. Tengo i contatti con il responsabile del settore giovanile al quale fornisco quotidianamente tutte le informazioni e le problematiche relative alla categoria. Preparo le sedute di allenamento per gli istruttori, elaborando gli obiettivi tecnici che la società mi fornisce. Il nostro gruppo Pulcini, da solo, è come un piccolo settore giovanile, si cerca di gestirlo in maniera discreta, ma c’è sempre qualcosa da migliorare.  Alla base c’è un  lavoro di gruppo, che evidenzia quanto la società creda nel settore giovanile e abbia investito nell’organizzazione dello stesso. Lavoro di gruppo che prende impronta dal nostro responsabile Filippo Ghinassi, sempre presente e disponibile, da figure importanti quali quella del responsabile organizzativo Giancarlo Felice, da collaboratori tecnici quali Marco Montanari e Sergio Ruosi, dai magazzinieri tuttofare Talebbe e Lucani, dalla segreteria e da istruttori motivati, disponibili e orgogliosi di far parte del settore giovanile dell’Imolese Calcio”.

Quando alleni nel vivaio di un club, devi prima essere un istruttore e poi un allenatore: “ Mi ritengo sicuramente più istruttore, che allenatore. Anche se una definizione che mi piace molto è quella di tecnico educatore”.

La curiosità spinge sempre a sapere e chiedere quale livello hanno le squadre, una domanda a cui Massimo Ceroni non si sottrae: “ Sicuramente buoni livelli per quel che riguarda tutte e tre le annate della categoria Pulcini. In questi anni i nostri bambini si sono sempre contraddistinti per le buone capacità tecniche che riescono ad esprimere e la crescita individuale ha portato conseguentemente ad una crescita di tutti i gruppi squadra. A conferma di ciò, il costante interessamento e monitoraggio da parte di società professionistiche e il passaggio in questi ultimi anni di parecchi nostri Pulcini a vivai importanti come quello del Cesena, tanto per  citarne uno”.

Fondamentale in questa fase il rapporto con i genitori dei ragazzi: “Ho un rapporto  buono,  credo che i genitori siano una grossa risorsa e i primi che sostengono grandi sacrifici per portare i bambini al campo, devono  potersi interfacciare con le persone a cui affidano i loro figli, così come noi istruttori abbiamo l’obbligo di essere disponibili per dare informazioni inerenti l’impegno e il comportamento dei bambini quando vengono al campo. Credo quindi possa crearsi una sinergia positiva, chiaramente se il rapporto è basato da ambo le parti su serenità, fiducia, educazione, buon senso e soprattutto, rispetto dei ruoli. Per noi il rapporto con i genitori è una cosa seria e non lasciata al caso. In questo senso, grazie al lavoro impostato dal nostro responsabile, ai genitori viene fornito, nel corso di riunioni che si svolgono ad inizio stagione, uno strumento concreto, una vera e propria linea guida che fornisce ai genitori indicazioni concrete, che possono aiutarli a muoversi in un contesto organizzato e regolamentato come quello dell’ambiente calcistico”.

Il calcio è una passione e tutti nell’ambiente sono sempre tifosi, Massimo è juventino, ma segue con grande attenzione la prima squadra di cui è ovviamente supporter:  “Seguo la prima squadra e cerco di essere al Galli tutte le volte che mi è possibile. Far parte dell’Imolese è un pò come far parte di una grande famiglia, per cui mi interesso a tutte le nostre squadre impegnate nel fine settimana, dai Pulcini al sabato, alla prima squadra la domenica pomeriggio”.

L’orgoglio di ogni allenatore è quello di veder i propri ragazzi esordire nella massima categoria del club di appartenenza:  ” Questo è il mio settimo anno all’Imolese. Il primo gruppo che ho seguito è stato quello dei 1999, che mi è stato affidato per tre anni e che ho portato dalla categoria Piccoli Amici, fino al secondo anno della categoria Pulcini. Ora 9 di quei bambini fanno parte della rosa dei nostri Giovanissimi Sperimentali. Mi auguro siano loro, tra qualche anno, i primi a raggiungere la rosa della prima squadra. Sarebbe una grossa soddisfazione per tutto l’ambiente e la chiusura di un ciclo, in quanto l’annata 1999 sarebbe la prima, dopo la ricostituzione del settore giovanile della stagione 2006/2007 ad opera di Mauro Lelli e Ercole Ortolani, che completerebbe l’intero percorso dai Piccoli Amici, fino alla prima squadra”.

Mai perdere di vista gli obiettivi, è cosi anche nel settore giovanile e le parole di Massimo sono chiarissime: “ Il primo obiettivo, trasversale a tutte le nostre squadre, è quello di far crescere i nostri bambini prima di tutto come persone, di educarli al rispetto delle regole, ad una sana e corretta socializzazione, alla cultura del lavoro e a quella sportiva in particolare, dentro e fuori dal campo di calcio. Nello specifico della categoria Pulcini gli obiettivi che ci prefiggiamo di raggiungere sono poi i seguenti:

– miglioramento tecnico dei nostri bambini. Per noi la tecnica è importantissima e le sedute di allenamento sono strutturate in modo tale che ci siano sempre alcune fasi dedicate all’approfondimento delle gestualità tecniche fondamentali.

– sviluppo delle capacità coordinativo motorie, fondamentali tra l’altro per la corretta assimilazione e applicazione delle gestualità tecniche che cerchiamo di trasferire ai nostri bambini.

– sviluppo del pensiero tattico individuale, cioè stimolare i bambini a prendere decisioni in campo. L’obiettivo è quello di fare in modo che i nostri Pulcini abbiano più strumenti possibili a loro disposizione e le capacità tecniche, per risolvere qualsiasi situazione di gioco si trovino ad affrontare.

Il tutto chiaramente senza dimenticare l’età dei bambini che seguiamo, che devono prima di tutto divertirsi, in un ambiente che dobbiamo garantire sempre sano e sereno”. (Riproduzione Riservata, Comunicazione Imolese Calcio – foto Sanna)

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