Un pezzo di storia dell’Imolese è rappresentata dalla persone che ne fanno parte. Le società di calcio sono facce, passione e competenza. Ci sono esseri umani capaci di legare la propria esistenza ai colori di una squadra. Un pezzo di storia rossoblù è Basilio Petrolo, tecnico degli Esordienti 2000. Basilio è uno che di aneddoti da raccontare ne ha parecchi, ha allenato tanti ragazzi e ognuno di loro è una specie di figlio che ha visto crescere.
“La mia esperienza – dice Basilio – da istruttore nel settore giovanile dell’Imolese raggiunge ormai la soglia dei vent’anni, è iniziata ai tempi del primo campionato di serie C2 e tranne poi una breve parentesi alla Dozzese, è stata sempre in questa gloriosa società. Nei campi del Bacchilega il pomeriggio per tre volte alla settimana ho dedicato il mio tempo, dai piccoli della Scuola calcio, nei primi anni, alla esperienza di campionati regionali nell’ultimo periodo con la categoria Giovanissimi . Penso di aver contribuito alla crescita di questo club assieme a tanti colleghi preparati che nel tempo ho conosciuto, ringrazio Mauro Lelli e i responsabili del settore giovanile che hanno sempre creduto nel mio lavoro”.
Ogni anno Basilio ha allenato con grande passione i suoi ragazzi, e lo fa anche in questa stagione: “Il mio gruppo sono gli Esordienti secondo anno, ragazzi nati nel 2000. Per loro è il primo campionato che giocano a undici, con le dimensioni del campo regolamentare e con qualche difficoltà ad inizio anno, durante le gare, a coprire gli spazi. E’ un buon gruppo, omogeneo, e composto da ragazzi dotati di buona tecnica”.
Un istruttore di calcio è prima di tutto uno psicologo, non è facile gestire ragazzi che stanno crescendo: “La psicologia è tanta, devo gestire dei ragazzini, ognuno di loro con problematiche diverse. Serve una massima conoscenza delle dinamiche del gruppo, e dei singoli, quindi una programmazione degli obiettivi fissati ad inizio anno che tenga conto delle caratteristiche, delle risorse umane a disposizione e della loro fascia di età. Bisogna scegliere le strategie idonee per stimolare, motivare attraverso le esercitazioni dove all’interno ci sia primo di tutto il gioco con la palla e il divertimento”.
Per un istruttore è indispensabile il confronto e il rapporto con i genitori dei ragazzi: “Con i genitori esiste un buon rapporto basato sulla fiducia che nutrono verso una persona che per nove mesi starà a contatto con i loro figli. Nell’Imolese agevola parecchio il lavoro dei mister chiarendo ad inizio stagione i confini da rispettare. Il responsabile Filippo Ghinassi, tiene una riunione con il gruppo dei genitori, dove vengono illustrati gli obiettivi ed il comportamento da tenere durante il campionato, il tutto finalizzato ad una crescita migliore della società e dei loro ragazzi”.
Un’annata agonistica porta con sé sempre tante aspettative: “ Il primo obiettivo per un istruttore di giovani calciatori è quello di arrivare a fine stagione con tutti i ragazzi , senza che qualcuno durante l’anno abbandoni per scarsa fiducia o altro. Questo significa che si sono divertiti e quindi è stato fatto un buon lavoro. Poi spero di raggiungere gli obiettivi fissati ad inizio stagione e dare loro gli strumenti tecnici , attraverso le sedute settimanali di allenamento, per superare al meglio le difficoltà del campionato Giovanissimi dell’anno successivo”. (Riproduzione riservata – Comunicazione Imolese Calcio – Foto Sanna)