Questo non sarà uno speciale, ma uno specialissimo con tre allenatori che stanno facendo le fortune del settore giovanile rossoblù. Ogni tecnico, a modo suo, insegna ai ragazzi come si cresce prima come persone, poi come giocatori di calcio. Nel settore giovanile è proprio il caso di parlare di gruppo, gioco di squadra, ma soprattutto voglia di crescere, e l’educazione che non deve mai mancare. Scopriamo tre allenatori e le loro squadre in questo viaggio che ci (vi) accompagnerà fino al termine del campionato. Michele Ghirelli è al quinto anno di esperienza all’Imolese Calcio, nonostante la sua giovane età. E’ uno degli istruttori “cresciuti” in casa, attraverso il percorso di formazione che viene svolto sui tecnici. Ha lavorato per due anni nella categoria Piccoli Amici, poi è stato promosso nei Pulcini, dove da tre anni gestisce un gruppo del primo anno (prima i 2002, poi i 2003 e quest’anno i 2004). Antonio Blasotta è al primo anno in rossoblù. E’ un istruttore che ha già esperienza nel panorama calcistico imolese avendo lavorato in passato in altre società come Stella Azzurra e Sporting Castel Guelfo. In questi club gli erano state affidate squadre dalla categoria Esordienti e Pulcini, qui in rossoblù gli è stato chiesto di guidare i Pulcini primo anno (2004). Francesco Bianconcini è anche lui al primo anno all’Imolese Calcio. A differenza di Blasotta però, non ha mai allenato in passato. Questa opportunità quindi, rappresenta per lui la prima esperienza da Istruttore in assoluto. Per tutti e tre le stesse domande.
MICHELE GHIRELLI
Cosa significa per te allenare? Vuol dire tanto in termini di dedizione e passione; stare a contatto con i bambini, poter loro trasmettere valori educativi e morali e poter contribuire nel mio piccolo alla loro crescita calcistica. Devo ammettere che mi gratifica davvero tanto. La soddisfazione maggiore ce l’ho quando al termine della seduta i bambini mi chiedono ancora di allenarsi o mi chiedono quando si disputerà la successiva partita di campionato. Trovo molto appagante interagire con i bambini che dal canto loro ti ricambiano sempre molto da un punto di vista umano con piccoli e semplici gesti.
Chi è il tuo modello di tecnico? Pep Guardiola è un modello positivo per signorilità, sportività ed eleganza nel rapportarsi con la squadra e nel stare in campo mentre guida e segue i suoi ragazzi, anche per le sue conoscenze calcistiche e al suo modo di intendere il pallone. Sono convinto che un allenatore nel settore giovanile debba possedere certi requisiti morali e disciplinari a cui non si può per nessun motivo prescindere per elevare la propria persona e il suo ruolo educativo in questo ambito sportivo a cui aggiungere il proprio entusiasmo e la propria crescente voglia di rinnovarsi e migliorarsi per offrire anche una sempre migliore proposta calcistica in allineamento con i dettami societari.
La tua esperienza a Imola cosa rappresenta? Questo è il quinto anno che metto la mia professionalità e la mia passione per questa società. Ritengo che sia stata una fortuna aver avuto la possibilità di allenare qui nell’Imolese soprattutto per la possibilità che ho di crescita da un punto di vista professionale grazie agli aggiornamenti che ciclicamente noi allenatori veniamo sottoposti dai responsabili del settore giovanile. Tutto il lavoro delle squadre Pulcini poi viene svolto sotto la supervisione di una figura fondamentale come quella del responsabile della categoria Pulcini Massimo Ceroni, che ci aiuta sotto tutti i punti di vista ad ottimizzare il lavoro.
Che annata state vivendo? Abbiamo iniziato da tre mesi l’attività di base dei Pulcini, quest’anno alleno un gruppo composto da 11 bambini, ci alleniamo due volte a settimana il lunedì e il mercoledì e nei week end disputiamo partite di campionato dove affrontiamo squadre del panorama provinciale. La stagione sarà ricca di partite di campionato e in primavera disputeremo molti tornei il tutto per far divertire e premiare i bambini che vengono con molta disponibilità e serietà a tutte le sedute.
Obbiettivi stagionali e quelli futuri? Non voglio pormi limiti, i miei personalissimi obbiettivi sono quelli di vedere la mia squadra allenarsi con entusiasmo, intensità e spirito di abnegazione perché solo con il lavoro serio si possono ottenere risultati e arrivare alla fine della stagione con tutti i bambini che si sono divertiti, e che sono cresciuti calcisticamente e caratterialmente sia a livello individuale che a livello corale. La compattezza, lo spirito di squadra e il senso di appartenenza alla società sono altri obbiettivi che perseguo in parallelo alla crescita educativa e calcistica del bambino.
ANTONIO BLASOTTA
Cosa significa per te allenare? Vuol dire prima di tutto condividere, condividere con gli allievi il rispetto delle regole e dei ruoli, trasmettendo il valore dello sport.
Chi è il tuo modello di tecnico? E’ Cesare Prandelli, una persona attenta a quello che fa, svolge il suo lavoro con serietà, dinamismo e tenacia.
– La tua esperienza a Imola cosa rappresenta? Una bellissima opportunità. Questa è una società seria, in cui si può svolgere la propria attività in maniera serena, ma costantemente seguita da persone capaci, sia sotto il profilo tecnico che quello umano.
– Che annata state vivendo? E’ il primo anno all’Imolese e mi rendo conto che c’è tanto da lavorare, bisogna metterci tanto impegno e seguire tutti quei dettagli che fanno la differenza rispetto al lavoro nelle altre società.
– Obiettivi stagionali e quelli futuri? E’ quello di migliorarmi e migliorare il mio gruppo, condividendo le cose belle e quelle meno belle, mettendoci tanta passione. Gli obbiettivi futuri saranno una diretta conseguenza di quelli presenti, nel senso che facendo bene oggi si mettono le basi per un buon lavoro domani. Devo solo ringraziare questa società che mi sta dando l’opportunità di far crescere il mio bagaglio di esperienza.
FRANCESCO BIANCONCINI
– Cosa significa per te allenare? Iniziare un percorso di crescita insieme ad un gruppo di bambini fantastici, significa poter dare qualcosa al mondo dello sport in maniera concreta, rappresenta una sfida con me stesso e la possibilità di poter comunicare le mie idee ad altre persone.
Chi è il tuo modello di tecnico? Forse puó sembrar banale, ma è da un paio di anni a questa parte Antonio Conte, per la sua personalità, il suo carisma, la sua capacità di caricare una squadra nel momento del bisogno.
La tua esperienza a Imola cosa rappresenta? Un’opportunità per il futuro e la possibilità di imparare tante cose in ambito calcistico, una cosa che non sempre si puó fare nella propria città d’origine.
Che annata state vivendo? L’annata che sto vivendo è un qualcosa di nuovo per me, sia nei rapporti umani che nel lavoro. La società fa di tutto perché far si che ciascuno di noi nuovi allenatori possa ambientarsi nella maniera migliore e possa lavorare serenamente.
Obiettivi stagionali e quelli futuri? I miei obbiettivi stagionali non sono sicuramente correlati ad una ricerca di miglior posizione in classifica, vista la tenera età dei bambini che alleno, bensì cercare di far acquisire alcune nozioni tecniche di base, l’ importanza della grinta in una partita di calcio ed infine quello di cercar di trasmettere il senso di appartenenza ad una squadra.
In bocca al lupo ragazzi! (Riproduzione riservata – Comunicazione Imolese Calcio)