Le leggende narrano che i tesori sono nascosti sotto terra o chissà in quale angolo remoto della terra. Certo ci sono cose preziose e altre no. I veri tesori di una società sportiva sono i tanti volontari che sacrificano il loro tempo libero per prestare servizio al club. Nell’Imolese lavorano tante persone lontano dai riflettori, sono quei tesori visibili e non nascosti, persone indispensabili  nella vita sportiva di tutti i giorni. Uno di questi è Mauro Manara, difficile dire da quanto tempo lavori all’Imolese, ma la cosa certa è che il suo arrivo in rossoblù risale alla notte dei tempi. Tifoso del Bologna, d’una simpatia contagiosa, soffre in silenzio vicino agli spogliatoi; è l’angelo custode dei giocatori, li coccola in tutto e per tutto come fossero figli o nipoti. “Sono all’Imolese da almeno 30 anni – dice Manara – ma forse anche di più, non ricordo nemmeno da quanto tempo lavoro per questa società. Ho lavorato in Pedagna per 15 anni, poi quando il magazziniere di allora andò via, sono arrivato qua in prima squadra. Ho fatto tutti gli anni della serie C2, un’avventura incredibile che un po’ mi manca”.

Passano gli allenatori e i giocatori, “Manarino” è li da lustri a fare il suo lavoro, lo scorso anno si è preso un anno di pausa: “Avevo qualche problemino da risolvere e non ci sono stato, mi è mancato venire, ma ora sono di nuovo qua, in tanti anni qualcosa l’ho imparata anch’io, è stato belle conoscere tanti giocatori e fra questi gente come Esposito e Bombardini che hanno fatto la serie A.  La prima volta che ho visto l’Imolese era da bambino al Prato della Rocca, da allora non l’ho più lasciata, sono affezionato a tanti giocatori, fra questi Rancati, con lui in campo e con Pantani in panchina vincemmo la quarta serie che ci portò alla serie C Nazionale, ricordo con  piacere pure Mazzoli e Berardi”.

Inevitabile parlare dei tanti tecnici che sono transitati dalle parti degli spogliatoi, e in quegli stanzoni che sono arrivati trionfi e magoni: “Ne ho visti a decine, ma persone gentili e di carattere come Alessio e Bergodi ce ne sono veramente poche, una di queste è il tecnico Franco Farneti, persona a modo che ci sa fare”.

Non chiedetegli quanto tempo rimarrà ancora al servizio dell’Imolese: “Fino a quando ce la farò rimarrò qui, prima di smettere mi piacerebbe vincere un altro campionato”.

Manara fuori dal campo è un nonno come tanti altri: “Sto con i miei nipotini, ogni tanto vado al bar a leggere il giornale e ovviamente a parlare di calcio, senza far niente non riesco proprio a stare”.

Domenica torna al Romeo Galli un giocatore come Maiorano , croce e delizia del nostro Manara: “E’ un buon giocatore, un rompiscatole che si tratteneva la sera a leccarsi i capelli, mi faceva far tardi a cena. Spero che non segni, ma che sia il capo cannoniere del campionato. Quest’anno abbiamo la squadra per toglierci delle soddisfazioni”. (Riproduzione riservata – Comunicazione Imolese Calcio – foto Sanna)

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